Donato nasce a Nicomedia verso il 300 ed ancora bambino viene portato a Roma. Il suo nome significa: dono di Dio.
Il Sacerdote romano Pimenio lo educa alla Fede, che Donato accetta senza riserve. Intuendo le sue qualità e virtù, Pimenio indirizza Donato al sacerdozio. Donato, ancora giovanissimo, riceve il ministero di lettore, per leggere la Parola di Dio e fare catechismo a coloro che si preparavano al Battesimo, i Catecumeni.
Giuliano, figlio dell’Imperatore, forse è suo compagno nella formazione al sacerdozio, arrivando molto vicino alla consacrazione presbiterale. Ma, divenuto a sua volta imperatore, cambia profondamente. Dapprima fa allontanare dalle chiese i preti ariani, che negavano la divinità di Gesù e la sua uguaglianza con il Padre. Ma poco dopo, affascinato dalle filosofie pagane e dai miti, rinnega il Cristianesimo, scatenando una breve e tardiva persecuzione che fece molti martiri. Passerà alla storia come Giuliano l ‘Apostata.
Donato si reca ad Arezzo e viene accolto dal monaco Ilariano. Conduce una vita di intensa preghiera e di molta penitenza. Ma si cura anche con fervore dei fratelli bisognosi, cristiani e pagani.
Per la sua santità ottenne dal Signore molti interventi miracolosi e prodigiose guarigioni: Siriana, povera donna cieca, ottiene la luce della Fede e la luce degli occhi; Asterio, figlio di un alto funzionario, viene liberato dal demonio; Eufrosina, moglie di un esattore del fisco, muore dopo aver nascosto una ingente somma di denaro affidatale dal marito, e Donato la risuscita per salvare una delicata situazione.
Per la sua vita esemplare nell’amore a Dio ed al prossimo, il vescovo Satiro lo ordina prima diacono, poi sacerdote. Con grande zelo, Donato diviene un instancabile predicatore prima in Arezzo, poi soprattutto nelle campagne, dove pochissimi erano cristiani, convertendo tutto il contado della città.
Quando muore il vescovo Satiro, il papa Giulio I lo consacra come successore, e diviene Vescovo di Arezzo. Moltiplica così il suo zelo per la predicazione della Verità cristiana; e Dio sottolinea con molti prodigi la santità di vita di Donato.
Ma non tutti erano diventati ancora cristiani. Una gruppo di pagani, fanatici ed attaccati alla vita materialista, irrompono una domenica in chiesa, mentre i fedeli stavano ricevendo il Corpo e Sangue di Cristo Signore. Il diacono Antimo ha nelle mani un calice di vetro, in cui è contenuto il Sangue di Gesù, per dare la S. Comunione ai fedeli: lo urtano e il calice cade rompendosi. Donato raccoglie i pezzi e, dopo intensa preghiera, ottiene che si ricomponga. Manca un grosso pezzo proprio nel fondo, ma il calice riesce a contenere il Sangue di Gesù senza che cada in terra. Il fatto miracoloso durò nel tempo: San Gregorio Magno lo afferma verso il 600; e San Pier Damiani, verso il 1050, dice di aver constatato visibilmente che il calice, pur rotto, non perdeva.
Ma la persecuzione non finisce, ed il preside Quadraziano lo fa arrestare quattro settimane dopo, ed il 7 di agosto del 362 gli fa tagliare la testa.
Donato termina la sua vita terrena testimoniando con il suo sangue il suo amore al Signore. Venne subito venerato come un santo, e la sua fama si diffuse brevemente nell’Italia centro-settentrionale, poi altrove. Era un momento glorioso della diffusione della Fede, che vede moltissimi vescovi santi che con grande impeto diffusero la Verità che salva in tante zone d’Italia: Severo di Ravenna, Terenziano di Todi, Petronio di Bologna, Prospero di Reggio, Paterniano di Fano, Mercuriale di Forlì, Abbondio di Como, Geminiamo di Modena, Rufilio di Forlimpopoli, Zenobio di Firenze, Vicino di Sarzinia, tanti altri.
Preghiera a San Donato
A cura di Don Virginio Manzi
1. Glorioso San Donato nostro protettore,
che abbracciasti la Fede con riconoscenza ed amore,
e la vivesti aiutandoti con lunghe preghiere e penitenze,
concedici di essere riconoscenti a Dio Padre Onnipotente
per averci fatto nascere nel cristianesimo.
Fa’ che la Fede nostra sia vissuta in tutte le azioni di ogni giorno.
Tu che elevavi lunghe preghiere per te e per il popolo,
insegnaci a pregare, parlando da figli con il Padre,
soprattutto per dirGli: Grazie, ti voglio bene.
E come sapesti domare i desideri disordinati con lunghe penitenze,
concedici di amare lo spirito di sacrificio e di mortificazione,
perché il peccato non vinca mai su di noi.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
2. O San Donato, che amasti profondamente la Parola di Dio,
e fin da ragazzo la insegnasti agli altri,
dona a noi un desiderio ardente di leggere le Sacre Scritture
e di ascoltare la predicazione,
perché la Verità orienti sempre la nostra vita,
e non seguiamo mai le idee di comodo
che ci costruiamo contro la volontà di Dio.
Gloria
3. O San Donato. che insegnasti a lasciare la vita pagana,
materialista ed atea dei tuoi contemporanei,
e per questo sapesti affrontare il martirio,
illuminaci quando siamo tentati di seguire i nostri istinti;
dacci la forza di reagire alla forma di vita permissiva,
che ci porterebbe solo a soddisfare la sete di piaceri,
divertimenti, denaro e disordini.
Gloria
4. O nostro protettore, che unisti all’Amore di Dio un profondo amore del prossimo,
fino ad ottenere prodigi nelle più svariate situazioni in favore dei fratelli,
apri i nostri cuori alle necessità degli altri.
Come te, insegnaci a preoccuparci per i beni eterni nostri e degli altri,
ed a sentire personalmente le difficoltà di tutte le persone che incontriamo.
Fa’ che possiamo perdonare le offese,
amare chi ci fa del male,
capire che qualsiasi cosa che facciamo agli altri lo facciamo a Gesù.
Gloria
5. O San Donato, che fosti un instancabile pastore
amato e venerato dai tuoi fedeli, ed anche da molti pagani,
concedi al popolo cristiano di amare, seguire sempre i nostri pastori:
il papa, il vescovo, il parroco, perché da loro guidati
possiamo raggiungerti nella gloria del Paradiso. Amen.
Gloria
O Dio, gloria e sostegno dei tuoi fedeli,
che hai chiamato il vescovo e martire San Donato
a ricevere il premio del ministero fedele:
concedi a noi, spinti dal suo esempio, di confidare in Te;
e, tra le vicende e le realtà umane,
di avere sempre fissa la mente dove sono i beni eterni.
Per Cristo Nostro Signore. Amen.
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